Ti metti le mani in tasca e cerchi quello che può esserti utile per sopravvivere nella nuova realtà. Subito, qui, ora. Ti occupi di quello che resta, non di quello che hai perso.
Così facendo accedi ad una forza che nemmeno sapevi di avere. Hai la possibilità di guardarti dentro, di recuperare parti dimenticate di te, i tuoi valori, i tuoi talenti. E cambia la tua prospettiva, il tuo modo di guardare te stesso, la vita, gli altri. Cambiano le tue priorità e cambia l’importanza che dai alle cose.
Questa intervista, immagini e video ad opera dell’ Associazione Sclerosi Multipla Svizzera che mi ha dato l’autorizzazione a condividerla, l’ho rilasciata circa dieci anni dopo la mia diagnosi, nell’ ottobre del 2020.
Racconta un poco di me e di come ho iniziato ad immaginare in cosa potevo trasformare la mia malattia e il mio percorso con lei. Parla del mio scorrere.
Io e quel ragazzo di cui mi parlava mia moglie ci siamo poi conosciuti e confrontati.
Il mio amico ora si sta allenando per le Para-olimpiadi di Tokyo mentre io ho creato Scorre Con La Sclerosi, questo canale divulgativo nel quale metto a disposizione di chi fosse interessato la mia esperienza con la malattia maturata sulla mia pelle in questi dieci anni.
Si tratta sempre di scegliere: siamo vittime o avventurieri?
La malattia può toglierti tanto, ma ti permette anche di ricevere tantissimo.
Tu non sei la malattia, sei molto di più. Sta a te cogliere la possibilità che la malattia ti sta dando, l’occasione di poter crescere, per poterti evolvere.
Ognuno certo ha i propri tempi, le proprie difficoltà e il proprio percorso, ma è con il primo passo che inizia il viaggio.
“Ognuno di noi ha due vite. La seconda inizia quando scopri che di vita ne hai solo una”. (Confucio)